La roccia, il gesto e l'attrezzo

La roccia

Aggiornare quindi attuazione dei marmi fu realizzato per mezzo di metodi e di tecniche provati al filo delle età, incessantemente trasmessi e migliorati. Le perforazioni della miniera frammentano la materia, larghezze abbagliamenti del picco che la libera., li hai vissuti striures delle punte che lo aprono e lo uguagliano: ogni tappa di un cambiamento lento ha stampato segni profondent o leggere, quelle del gesto che compie, dimensione nascosta, dimenticata ma colossale e profondamente umana dell'opera futuro.

Il marmo si trova per strati e per masse, che sono a volte molto spesse e molto considerevoli; coloro che sono piú vicine alla superficie della terra sono generalmente le meno buone, essendo riempito di fessure, dei gersures ed di ció che i marmisti chiamano terrazzi, o vene di una materia straniera, che se la interrompono ed impediscono che si possa lavorare con successo.





Il gesto

Dimensione misura spostamento

Con la fine che entra nella roccia e che deve fare l'apertura essa é un po'piú grande che con il mezzo: c'era una piccola punta molto a questa fine, a quattro angoli .
un uomo tiene la scheggia e la gira poco a poco, mentre gli altri due colpiscono con due grandi martelli di ferro per farla entrare. E quando hanno fatto un tutto della lunghezza della scheggia e di un piede e mezzo o due piedi di profondità, il foro si faceva profondo a proporzione che la roccia è grande, riempiono questo foro di polvere, lo richiudono in seguito con intonaco, che lasciano soltanto una piccola apertura alla quale mettono una miccia, e quando vogliono fare giocare la miniera accendono questa miccia, si ritirano e si mettono a copertura a pubblicato abbia giocato e fatto il suo effetto.

I blocchi che giacevano in carriera ponevano ovunque lo stesso problema: benché pesanti ed ingombranti, dovessero raggiungere i negozi del re, a Parigi per esserviattuati. La densità del marmo oscilla, secondo le varietà, tra 2,6 e 2,9 (la sua gravità specifica per quella dell'acqua di 2.718). Un blocco di dimensione media di 1 metro cubico o 27 piedi cubico pesano regali 2700 chili circa, peso considerevole da muovere senza rischi e deterioramenti. Solo l'elemento liquido permetteva di ridurre le difficoltà ed i costi di tali imprese. Una volta compiuto, il suo percorso terrestre, che andava da alcune decine di metri come a Hèches a molte miglia come a Trets, il marmo prendeva in prestito le vie d'acqua. Nonostante difficoltà immense, al prezzo sforzi incredibili e per mezzo di mezzi tanto irrisori quanto sofisticati, i blocchi arrivavano a Parigi al termine di una vera epopea.





Attrezzi, sollevamento e trasporto

Macchine abili

Per sollevare e muovere parti pesanti di marmo, macchine tanto abili quanto curiose furono inventate, come questa gru a braccio girevole concepita per l'imbarco di colonna. Incisione estratta degli strumenti matematici e meccanici di Jacques Besson 1594.


L'ultima trasformazione della materia, affidata ai marmisti, sollevava di tecniche anche vecchie e così complesse come quelle vettori. Se tutte non possono essere esposte nei dettagli, la ritaglia e la lucidatura dei pannelli vale di essere esposto, poiché offrono una descrizione sommaria dell'arte della marbrerie. Lucidare, o anche riformare tutto ciò che può essere contrario all'esattezza, alla purezza ed all'eleganza dello stile, dà al marmo il suo ultimo aspetto brillante di una lingua unita e luminosa, così apprezzato nei palazzi di dio e degli uomini.

Il façonnage dei marmi dopo flusso obbediva sempre allo stesso principio: avvicinarsi al piano o la forma con una sgrossatura sempre più precisa quindi raffinare e lucidare. La preparazione di targhe era l'operazione più comune, poiché potevano in seguito essere erogate in pannelli multipli, tavole o bende, atte a numerose occupazioni. Era dunque necessario segare i blocchi e sezioni di spessori determinati, cosa che chiedeva competenze particolari, sotto pena di perdite importanti.

L'addestramento, o messa pianamente, era realizzato alla doppia punta, allo gradine, quindi alle forbici, sulle targhe e piccole parti dove era necessario troncare i difetti ed asperità senza colpire troppo duramente. Per le parti piene o più forti e per l'approccio definitivo, si utilizzava il boucharde o il marteline, con le quali le superfici erano mant fine picchettate e collegate.

la lucidatura, presso i marmisti, era effettuata dagli apprendisti e gli operai nei seminari familiari, era condotto da donne e bambini. Si effettuava come la segatura con attrito, ma occorreva passare da abrasivi grezzi, che levigavano o mangiavano le parti, più ai fini che li lucidavano. Oltre alla sabbia silicea, poteva trattarsi di pietre da affilare e d'arenaria inizialmente, di smeriglio in seguito.



A scommesse i blocchi erano segati nei negozi del re, da operai sotto gli ordini del direttore o alle spese dei marmisti, quindi là o in seminario, erano profilati, scolpiti e lucidati, trasformati in capitali, fregi, dirupi, fanghi balaustri, camini, buste, altari, pannelli, bandiere o quadrati, come lo illustra quest'incisione dell'enciclopedia di Diderot e di Alembert di 1773, che presenta il negozio più vicino al Louvre.
Schizzo di un carrello costruisce nel 1820 per il trasporto di una colonna di circa 7 metri di lunghezza dalle carriere di Caunes. Un'attaccatura di otto buoi era prevista sul piatto.